02/07/07

Genealogia femminile

Sono nata di 7 mesi, con un travaglio difficilissimo in cui sia io che mia madre abbiamo rischiato di non uscirne. Quando anche con la ventosa non sono riusciti a tirarmi fuori ed hanno proposto il forcipe, mia madre si e' opposta con le energie rimaste (mi ha salvato la vita). Alla fine un infermiera e' letteralmente montata sulla pancia di mia madre e mi ha spinto fuori... pesavo 900 grammi, avevo capelli solo al centro (la ventosa aveva strappato gli altri) ed ero un mostro di bruttezza, la descrizione piu' carina fu 'Sembra un ragno' (non ci sono foto della sottoscritta neonata). Come ciliegina sulla torta quel macellaio del dottore disse a mia madre "Signora non si affezzioni, che la neonata non superera' le 24 ore".
Alla tenera eta' di 3 anni mia nonna mi ha portato in ospedale a conoscere il macellaio, per prendersi una rivincita.
Sono viva perche' mia mamma e le mie nonne non si sono arrese all'evidenza della medicina, mi hanno portato a casa (cmq non c'era l'incubatrice nell'ospedale dove sono nata), nutrito del latte di mia madre con il contagocce della novalgina, perche' non mi attaccavo.
Mia madre racconta che la prima volta che mi ha preso in braccio avevo gli occhi neri come il buio, incazzati.
La mia nonna materna diceva che ero nata con la determinazione di vivere e che loro avevano solo trovato la strada per farmi restare.
Non e' vero, la determinazione me l'hanno insegnata loro, le donne che mi hanno preceduto.
Discendo da una genealogia di donne forti, resistenti agli urti, che hanno affrontato la guerra ed il dopoguerra, con o senza uomini accanto, con figli e figlie difficili, in una cultura che non ha facilitato per niente la loro vita.
Discendo da una genealogia di donne che mi hanno insegnato a piangere ed a ridere con tutta me stessa, ad usare il cuore fino in fondo, perche' piu' si usa e piu' diventa forte.
Ho avuto accanto ed ho ancora accanto una sorellanza, una rete di relazioni femminili, che piange e ride con me, una tavola a cui ho avuto l'onore di sedermi, dove ho gioito e pianto, dove ho potuto condividere la vita delle altre.
Oggi ri-oriento il mio ombelico (come direbbe la Mastretta) perche' debbo di nuovo scegliere dove andare... ed e' buffo, perche' neanche le mie ave stavano ferme a lungo... ma la cosa piu' bella e' che ancora una volta, avevano ragione loro... il mio cuore batte forte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Tartablu, giungo al tuo post tramite un altro post,come spesso accade. Scrivo solo poche righe per dirti che hai tutta la mia invidia per la tua determinazione, dai tuoi 900 grammi ad oggi.
Ho leggiucchiato qui e lì un pò di cose dal tuo post e mi vien da dire che avere 12 anni è bellissimo. Accade. Serve. Fa male. Si paga.
Fa sentire la vita.
(ne vale sempre la pena).
f.

tartablu ha detto...

Grazie F., non so chi tu sia, ma mi ha fatto piacere leggerti... anzi mi ha fatto bene.

Anonimo ha detto...

Perche non:)