28/06/07

Allora si riprende a vivere… più o meno

Incominciamo dalle cose serie allora: Genova.
Dell’estate 2001 a Genova ho dei ricordi contrastanti. Io a Genova sono arrivata in treno sabato 14 luglio 2001 con un treno “normale”. Ci sono stata una settimana, e ricordo i bambini che giocavano nei parchi dove montavamo le prime tende, il bagno a mare nello stabilimento ancora aperto, negozi aperti, autobus che funzionavano. Le prime conferenze mentre ancora si cablava il Media Centre. E poi il 19 ... inizia il ghetto. Genova chiude, ci rinchide, siamo chiusi in gabbia, ma ancora non lo sappiamo. Faremo la fine dei topi. Quello che succederà... forse non ci crederete, ma lo sto ancora elaborando.
Non ce la faccio ancora a scrivere dei giorni di fuoco. E sono passati 7 anni...
E poi il dopo... sentire la gente che MI RACCONTA Genova, a me, che mi dice, anzi che mi vuole convincere di come è andata. Che fatica, che dolore, quanta energia a spiegare...
A smontare pezzo per pezzo la propagada mediatica.
Ed adesso che il vice questore aggiunto Fournier confessa le barbarie che per anni abbiamo denunciato... bhe, non me ne frega un cazzo dei politici, ma vorrei guardare in faccia le persone che hanno tentato di raccontarmi Genova, di dirmi cosa era e cosa non era successo.
Le vorrei rincontrare una ad una e dirgli: allora?
Chi è l’aggredito e chi è l’aggressore?
Chi ha mentito e chi ha detto la verità?
Pesante pensare di vivere in una democrazia che si può di botto spegnere come un interruttore della luce, eh? Fa paura anche a voi solo l’idea, eh? E’ per questo che vi siete rinchiusi dentro la bella bugia: i buoni di qua ed i cattivi di la’. Ma vi si sta sgretolando un pezzo per volta.
Io amo il mio paese ed ho visto la democrazia così faticosamente conquistata spegnersi come una candela al vento: leggi, diritti, convenzion internazionali... il buio. Giorni di buio.
Vi hanno massacrato i figli a manganellate, nel corpo e nello spirito e non li avete difesi.
Non i miei od i tuoi figli, i figli di tutti, la mia generazione porta una cicatrice. Se la ricorderà a lungo, anche se i genitori la voglioni rimuovere e dimenticare, come se non fosse mai accaduta.
Mio padre mi ha detto: smettila di lamentarti! La mia generazione sta ancora aspettando giustizia per la bomba a Bologna, piazza Fontana, Ustica. La tua almeno ha imparato! Voi faticosamente e dolorosamente avrete giustizia.
Io ci spero che mio padre abbia ragione.
Per me e per il mio paese, perchè io sono fiera di essere italiana.

2 commenti:

Loste ha detto...

Allora, commento qui affinché tu mi veda. I contatori nei blog non servono a misurare le visite, ma ad accorgersi di quelli come te che ti leggono e ti linkano ;) è così che ti ho trvata. I sacchetti dei rifiuti blu? Una volta, non sapevo, le regole (in un altro paese), l'ho lasciato per due giorni davanti a casa del vicino. Ogni volta che passavo mi vergognavo come un cane :) Della tua tristezza? Che dirti, un mare di cose banali, che non servirebbero a niente. Scrivi, racconta... io ti leggo.
Un saluto
Loste

Anonimo ha detto...

Mai perdere la speranza cara Amica mia, mai ... giustizia ci sarà per chi come te ha subito le barbarie di Genova ma anche per altro.
In sette anni è vero si è sentito di tutto su Genova e molte persona hanno dato fiato senza sapere nulla e purtroppo la tv non aiuta.
Ti voglio bene e ti mando un forte abbraccio da Comano Terme.